domenica 28 settembre 2014

I Mulini di Maddalena e la Funtan Dal Ramm



In questo mio umile blog mi sono ad oggi limitato prevalentemente a mostrare fotografie, immagini del mio Comune, di quelli limitrofi, e soprattutto scorci del meraviglioso territorio che ne fa da contorno, la valle del Ticino, culla di civiltà oltre che di incredibili meraviglie naturalistiche. Le emozioni che questi luoghi suscitano in me ad ogni passaggio ho preferito mantenerli intimamente custoditi nel mio cuore, in quanto mi è davvero difficile trasportarli efficacemente in scrittura senza incorrere nel reale pericolo di sminuirli oltre modo, non si tratta dunque di gelosia, ma di rispetto, di umiltà.
Vi sono posti tuttavia che meritano più di altri di essere narrati, per i quali vige forse addirittura l'obbligo di narrazione, altrimenti davvero non si può aver modo di comprenderli in tutto il loro valore, e per i quali quindi non si può proprio optare per il sol mostrar di immagini mute e crude.
E' questo sicuramente il caso dei Mulini situati a Maddalena, frazione bassa di Somma Lombardo, a ridosso del Ticino e del complesso di dighe e canali del Panperduto.
Questa piccola comunità agricola si sviluppò originariamente già agli inizi del XV secolo,  ma il nome di Maddalena gli venne imposto solo nel 1626, a ricordo della Contessa Maddalena Trivulzio, la cui figlia Anna nel 1535 diede alla luce, nel Castello visconteo di Somma, il futuro Papa Gregorio XIV.
Dalle iniziali sole 24 anime conviventi in un'unica cascina agricola, la comunità di Maddalena ha conosciuto nei secoli seguenti un lento ma incessante sviluppo, caratterizzato dalla coltivazione di grano e riso, ma soprattutto dalla costruzione di vari mulini che, sfruttando rogge derivate dal Ticino, o direttamente le acque del fiume, facilitarono il lavoro di macina dei frutti della terra. Ad  un primo rudimentale mulino costruito in zona Fogadori, alimentato probabilmente direttamente dalle acque del fiume azzurro e poi mandato in disuso, fece seguito la costruzione di tre nuovi mulini, più moderni ed efficienti, e che si alimentavano da rogge che seguivano parallelamente il Ticino sul suo lato sinistro, e che per oltre un secolo e mezzo avrebbero di lì in poi consentito non solo la macina e spremitura del frutto del lavoro nei campi protratto dai lavoratori della piccola comunità di Maddalena, ma anche dei raccolti dei contadini del borgo di Somma Lombardo, che per molti decenni avrebbero fatto la spola tra Somma e Maddalena per servirsi delle capacità di quei mulini.
Del primo di questi mulini, quello più a monte, non ne resta purtroppo traccia alcuna. Il secondo veniva chiamato Murin da mezz (Mulino di Mezzo) ed è ancora esistente seppur in disarmo, è restato in funzione fino ai primi anni del '900. Il terzo, il più a valle dei tre, si chiamava invece Murin Risera (Mulino Risella) ed è rimasto in funzione fino al 1910, anch'esso è ancora esistente, ed abitato, seppur ormai in disarmo da oltre un secolo.
Questi edifici sono ancora dunque in parte visibili, e seppur non ricoprano più ruoli fondamentali per l'agricoltura locale, mantengono indubbiamente un grande fascino, se non altro per la loro storia e per l'importanza che hanno avuto nello sviluppo dell'intera comunità di Maddalena, nonché per il borgo di Somma.



i resti di un grande cascinale che un tempo dominava l'area denominata BARNAM



il MULINO DI MEZZO, ritratto da Ambrogio Rossi, come doveva apparire ai primi del '900



il MULINO DI MEZZO allo stato attuale, l'area è stata recentemente riqualificata e gli edifici che si affacciano sulla roggia sono stati interamente ristrutturati



altra roggia in località MULINO DI MEZZO



piccola roggia lievemente più a monte, attualmente utilizzata per scarichi di acque di origine industriale




Mulino Risella allo stato attuale. L'edificio si trova subito dopo lo stabilimento dell'ex Candeggio di Maddalena, che nei primi anni prendeva l'energia necessaria all'azionamento dei macchinari direttamente dal movimento delle pale del mulino




il Mulino Risella e la sua roggia che per secoli dava il movimento alla ruota, ora rimossa



Passato l'ultimo mulino di Maddalena iniziano le ampie zone prative, che caratterizzano tutta l'area compresa tra il fiume Ticino ed il Canale Industriale. Si tratta di luoghi davvero meravigliosi, non raggiungibili con mezzi motorizzati in quanto gli accessi sono consentiti solo a pedoni e ciclisti, vi consiglio di andarli a visitare in mountain bike, la soluzione sicuramente migliore. Tra questi campi sconfinati e il fiume si trova una lanca, collegata al fiume in ingresso ed in uscita da svariate rogge, in alcuni casi naturali, in altri casi opera dei contadini che nei secoli tentarono in ogni modo di sfruttare la riserva idrica del fiume per irrigare i propri campi. Qui confluivano anche rogge con punto di origine situato molto più a nord, che nei periodi più piovosi portavano acqua direttamente da varie paludi presenti nella vasta brughiera che si estende tra Maddalena e il borgo di Somma.
Una zona molto cara agli anziani del paese, che ancora ne ricordano l'importanza e l'incredibile bellezza, è quella situata immediatamente a valle della lanca, un'area caratterizzata da una moltitudine di rigagnoli d'acqua guizzante, in alcuni casi di sorgiva, intervallati da spazi verdi e da pozze d'acqua stagnante. Un sentiero ed una roggia costeggiano quest'area che un tempo veniva denominata "FUNTAN DAL RAMM", e che fino alla metà del secolo scorso era una delle mete preferite per le scampagnate domenicali dei sommesi, nonché per passarvi le lunghe assolate giornate di Agosto, quando scuole e stabilimenti erano chiusi, e la gente si riversava in questi luoghi, in cui fino ai primi decenni del '900 l'acqua era addirittura potabile, oltre che incredibilmente limpida e rinfrescante. Il nome dato a questa località deriva dalla presenza in modeste quantità allora riscontrabile di pagliuzze d'oro direttamente nelle pozze d'acqua di sorgiva nonché nelle rogge che attraversavano i prati circostanti, in particolare in una di esse, su cui era presente anche un piccolo ponticello in legno, e ove secondo la tradizione locale fino alla fine degli anni venti del secolo scorso si recavano nel tempo libero a loro disposizione i giovani del luogo, per setacciarne le sabbie nel tentativo di accumulare una quantità di pagliuzze sufficienti poi per ottenerne dalla fusione l'anello nuziale da donare alla futura sposa. Si narra che fin che un giovine non avesse accumulato la quantità di pagliuzze necessaria alla realizzazione del suddetto anello non fosse lui consentito il chiedere in sposa la donna amata...




i grandi prati compresi tra la località MURIN RISERA e la lanca antecedente l'ormai dimenticata zona denominata un tempo FUNTAN DAL RAMM prati ancora oggi come allora di grande rilevanza agricola



attrezzi del lavoro nei campi, abbandonati da tempo immemorabile nelle zone perimetrali di questi prati sterminati, testimonianza del tempo che fu



l'altopiano del DOSSO domina l'area antistante alla lanca in località FUNTAN DAL RAM




gli antichi cascinali di un tempo presenti in quest'area hanno mantenuto inalterato il loro fascino anche dopo le recenti ristrutturazioni




la principale roggia di alimentazione della lanca che caratterizza questo luogo incantato




la lanca della località FUNTAN DAL RAMM



l'acqua della lanca purtroppo non è più limpida come nei secoli scorsi, ma il fascino di questi luoghi permane inalterato in tutto il suo selvaggio splendore




seguendo il sentiero che costeggia la lanca sul suo lato sinistro si giunge finalmente alla zona sorgiva FUNTAN DAL RAMM




sul lato opposto del sentiero proseguono intanto le stupende zone prative, generose riserve agricole ora come allora



la mitica località FUNTAN DAL RAMM in tutto il suo splendore rimasto immutato nel tempo




scorcio paradisiaco del dedalo di rogge e sorgive che caratterizza questo luogo incantato in cui il tempo sembra essersi fermato



pozze stagnanti ricche di vita e dal grande valore naturalistico caratterizzano tutta l'area



su una roggia laterale si trova questo ponte in legno, di recente costruzione, la roggia sottostante potrebbe forse essere quella menzionata nella tradizione locale come luogo preferito per la raccolta delle pagliuzze d'oro da parte dei giovani sommesi, in cerca del prezioso materiale necessario alla realizzazione della fede nuziale da donare alla dama prescelta come futura sposa



una vecchia mappa di Ambrogio Rossi in cui vengono evidenziati uno ad uno tutti questi meravigliosi luoghi, alcuni purtroppo non più esistenti


Oggi questi luoghi sono quasi del tutto dimenticati, ed è un vero peccato, soprattutto per le ultime generazioni che non hanno così modo di poterne comprendere il grande valore storico oltre a quello naturalistico. La stragrande maggioranza dei sommesi nemmeno sa della loro esistenza, e i pochi che hanno modo di passarci, magari casualmente, non mostrano quasi mai il minimo rispetto che invece questi luoghi meriterebbero...




rifiuti abbandonati da incivili in un prato in zona FUNTAN DAL RAMM , una vergogna purtroppo frequentemente riscontrabile in questi luoghi che meriterebbero un po' più di rispetto




Testo di: Andrea Perotti
Foto di: Andrea Perotti
Disegni di: Ambrogio Rossi [fonte: Antiche Località di Somma Lombardo -  Autore: Ambrogio Rossi - 1994]